Roth Philip - 2009 - L'umiliazione by Roth Philip

Roth Philip - 2009 - L'umiliazione by Roth Philip

autore:Roth Philip
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858401576
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2010-10-06T22:00:00+00:00


Capitolo terzo

L’ultimo atto

I dolori alla colonna vertebrale gli rendevano impossibile scoparla da sopra o anche di lato, e per questo si stendeva sulla schiena e lei gli montava addosso, reggendosi sulle ginocchia e sulle mani per non gravargli sul bacino col suo peso. Lassú, in un primo tempo, perse tutto il suo know-how, e lui fu costretto a guidarla con le mani per darle l’idea. – Non so che fare, – disse timidamente Pegeen. – Sei a cavallo, – le disse Axler. – Cavalcalo –. Quando le mise un pollice nel culo lei mandò un sospiro di piacere e mormorò: – Nessuno mi aveva mai messo qualcosa lí dentro. – Inverosimile, – mormorò lui di rimando. E quando piú tardi ci mise dentro il cazzo, lei lo lasciò penetrare fino a non poterne piú. – Ti ha fatto male? – le chiese lui. – Mi ha fatto male, ma sei tu –. Gli teneva spesso il cazzo sul palmo della mano, dopo, guardandolo mentre l’erezione decresceva. – Cosa stai contemplando? – chiese lui. – Ti riempie, – disse lei, – come non riescono a fare né dita né vibratori. È vivo. È una cosa viva –. Imparò in fretta a cavalcarlo, e presto, mentre andava su e giú lentamente, cominciò a dire: – Picchiami, – e quando lui le diede uno schiaffo gli disse in tono beffardo: – Tutto qui? – Hai già la faccia rossa. – Piú forte, – disse. – D’accordo, ma perché? – Perché ti ho dato il permesso di farlo. Perché fa male. Perché mi fa sentire una bambina e mi fa sentire una puttana. Avanti. Piú forte.

Aveva una piccola borsa di plastica piena di giocattoli erotici che un giorno portò con sé e sparpagliò sulle lenzuola mentre si preparavano per andare a letto. Lui aveva visto la sua parte di vibratori, mai però, se non in fotografia, l’imbracatura di cuoio a cui si assicurava il dildo per permettere a una donna di penetrarne un’altra. Gliel’aveva chiesto lui, di portare i suoi giocattoli, e ora la guardò mentre si metteva l’imbracatura e se la tirava su per le cosce fino ai fianchi, per poi stringerla come una cintura. Sembrava un pistolero che si vestiva, un pistolero sbruffone. Poi agganciò all’imbracatura un vibratore di gomma verde, piú o meno in corrispondenza del clitoride. E con solo quello addosso restò in piedi di fianco al letto. – Fammi vedere il tuo, – disse. Lui si tolse i calzoni e li gettò oltre la sponda del letto mentre lei prendeva il cazzo verde e, dopo averlo lubrificato con qualche goccia di olio per neonati, fingeva di masturbarsi come un uomo. – Sembra vero, – disse lui ammirato. – Vuoi che ti fotta con questo. – No, grazie, – disse lui. – Non ti faccio male, – disse lei in tono allettante, abbassando leziosamente la voce. – Prometto di essere molto tenera con te, – disse. – Divertente, ma non hai un’aria molto tenera. – Non lasciarti ingannare dalle apparenze. Oh, dài, – disse ridendo, – ti piacerà.



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